Le scienze forensi devono spesso ricostruire gli eventi che conducono alla morte di una persona, in caso di delitto. Lo stato del corpo può rivelare come e dove la persona è morta, e dove è stato occultato il cadavere. Parte della scoperta di queste informazioni dipende dalla comprensione degli effetti della decomposizione: per questa ragione, gli scienziati osservano corpi in decomposizione sulla terra in strutture specializzate costruite nelle università. Ma cosa succede se un corpo finisce in acqua? Sono stati condotti studi sui corpi decomposti, ma la vera e propria osservazione sul modo in cui i corpi si decompongono in acqua rimane elusiva, e per una buona ragione: i corpi che vengono tipicamente descritti nel dettaglio nei casi studiati sono vittime recuperate dall’oceano a seguito di incidentu, che non sono esattamente osservabili sin dal primo momento. E’ stato effettuato uno studio sommergendo carcasse di maiali come surrogato delle salme umane: in base a quanto osservato, se la carcassa viene immersa in acqua in buono stato di ossigenazione, essa viene degradata dalla fauna sottomarina sino allo scheletro in circa 25 giorni, ma quando i livelli di ossigeno sono bassi, essa viene lasciata sostanzialmente intatta sino a quando i livelli di ossigeno non tornano ad aumentare, e la scheletrificazione non viene completata nemmeno in 135 giorni. Gli scienziati sperano che gli studi come questo non soltanto aiuteranno nelle analisi forensi dei corpi recuperati dagli specchi d’acqua, ma supporteranno anche i membri delle famiglie nella gestione delle proprie aspettative sulle condizioni del corpo dei propri cari dispersi in mare. (Livescience online 2014, pubblicato il 28/10)
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